"Già da dopo l'estate e poi a partire dall'autunno, quando avremo approvato tutti i provvedimenti attuativi del decreto per abbattere le liste d'attesa, gli effetti cominceranno a farsi sentire e i cittadini finalmente aspetteranno meno per curarsi".
A sottolinearlo in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', il ministro della Salute, Orazio Schillaci, "certo" che il suo Dl ora in Parlamento per la conversione in legge entro il 6 agosto funzionerà "con l'aiuto di tutti", anche degli italiani che oggi "nel 20% dei casi" non si presentano agli appuntamenti per visite ed esami: "Riceveranno una call 48 ore prima e potranno disdire, ma se confermano e non si presentano dovranno pagare il ticket", avverte. Nell’intervista Schillaci si sofferma anche sul ruolo dei medici e sul loro atteggiamento verso la prescrizione di visite ed esami."Innanzitutto, dovranno indicare in ricetta il codice della patologia e la diagnosi. In questo modo capiremo quali sono le prestazioni oggi più richieste", chiarisce Schillaci.
"Ma non si tratta di una misura punitiva precisa Anzi, per raggiungere l'appropriatezza prescrittiva useremo due strumenti: il primo è rendere definitivo lo scudo penale prorogato nel 2024, rendendo così i medici più sicuri nel loro lavoro e meno propensi a prescrivere esami inutili, e poi stiamo preparando insieme alle società scientifiche, alle Regioni e all'Istituto superiore di sanità delle linee guida sui percorsi di cura, con l'indicazione delle prescrizioni appropriate che ogni medico potrà seguire".
Dal 2025 sarà abolito il tetto di spesa del personale, ma sarà davvero più facile assumere? Per il ministro "sì, questo è lo spirito. Il tetto di spesa è uno strumento anacronistico in vigore da 20 anni e per colpa del quale le Regioni lamentano la difficoltà ad assumere. Già da gennaio 2023 con il ministro Giorgetti abbiamo firmato delle misure per sostituirlo con il fabbisogno standard". Da un vincolo vecchio a uno nuovo? "No, non sarà una camicia di forza puntualizza Schillaci ma un metodo scientifico per calcolare di quanto personale un ospedale ha bisogno. C'è una sperimentazione che l'Agenas sta già portando avanti con il Mef e alcune Regioni per calcolare questi fabbisogni".
Il nodo carenze: i medici da assumere ci sono? Sul fronte medici, fa il punto il ministro, "in Italia avremo problemi di carenza per i prossimi 3-4 anni. Il problema è soprattutto la scarsa attrattività di alcune specializzazioni che non sono solo quelle del pronto soccorso o della chirurgia, ma anche specialità mediche importanti come l'anatomia patologica o la radioterapia. Nel Ddl abbiamo previsto la possibilità per le Regioni di pagare di più queste specialità mediche con la contrattazione integrativa, che potrà valere anche per assumere dottori in quelle zone d'Italia più impervie dove ci sono maggiori carenze".
Ma è sugli infermieri che "ci sono le carenze più gravi. In una prima fase, se vogliamo davvero aprire le Case di comunità e attivare la medicina territoriale ragiona Schillaci dovremmo attingere anche dall'estero. Per questo abbiamo ripreso in mano con il ministero degli Esteri questo progetto con l'India da far partire a breve. Poi stiamo lavorando perché la professione di infermiere diventi molto più attrattiva di oggi, sia per stipendio che per carriera è l'intenzione visto che si tratta di professionisti che hanno studiato all'università almeno 3 anni e molto spesso anche 5".
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