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PNRR: La "Missione Salute" tra ritardi e disparità regionali

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 6 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Il piano del PNRR per la riforma dell'assistenza sanitaria territoriale non decolla. A fronte di una scadenza nazionale rispettata al 31 marzo 2025, le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità rimangono lontani dall’essere completamente operativi. Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, altro pilastro della digitalizzazione, è anch'esso in ritardo. Secondo il report GIMBE, le diseguaglianze tra le Regioni si ampliano mentre il personale sanitario continua a scarseggiare.

Stato della riforma salute

Al 31 marzo 2025, la Missione Salute del PNRR non ha avuto scadenze europee ma ha visto rispettare l'unico target nazionale. Tuttavia, a oltre un anno dalla scadenza finale, i progressi sono lenti e con ampie disparità tra le Regioni, in particolare per quanto riguarda la riforma dell’assistenza territoriale e l’adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Nino Cartabellotta, presidente della GIMBE, sottolinea come la riforma proceda troppo lentamente e in modo disomogeneo tra le diverse aree del Paese.


Punti critici e progresso

Case della Comunità e Ospedali di Comunità

Il ritardo nell'attivazione delle Case della Comunità è evidente. Al 20 dicembre 2024, solo il 2,7% delle strutture è pienamente operativa. In altre parole, su 1.717 Case della Comunità previste, 1.068 non avevano attivato alcun servizio e 485 avevano solo parzialmente attivato i servizi. Le differenze regionali sono marcate, con alcune regioni (come l'Emilia-Romagna) che superano il 50% di strutture attive, mentre altre sono ben al di sotto del 10%.


Ospedali di Comunità

Lo stato degli Ospedali di Comunità (OdC) è ancor più preoccupante: dei 568 previsti, solo il 21,8% ha almeno un servizio attivo. Nonostante i fondi stanziati, l'avanzamento è troppo lento. L'assenza di personale, in particolare infermieristico, è una delle principali cause di questo blocco.


Centrali Operative Territoriali (COT)

Le Centrali Operative Territoriali (COT), vitali per il coordinamento dell'assistenza, sono un punto di luce: su 650 programmate, 642 sono già attive. Questo aspetto mostra un miglioramento rispetto ad altri settori della riforma.


Fascicolo Sanitario Elettronico

Il FSE 2.0 è l'elemento centrale della digitalizzazione sanitaria. Nonostante l’investimento di 1,38 miliardi di euro, il suo sviluppo sta subendo ritardi significativi. Al 30 novembre 2024, nessuna Regione ha attivato tutte le 16 tipologie di documenti previste, e il grado di completezza varia dal 94% di alcune regioni al 63% di altre. La mancanza di adesione da parte dei cittadini, con solo il 42% che ha dato il consenso, complica ulteriormente la situazione.


Disparità regionali

Le differenze tra le Regioni sono una delle problematiche principali evidenziate dal report. Mentre alcune regioni sembrano procedere più rapidamente nell'attuazione dei progetti, altre sono ben lontane dal rispettare le scadenze, aumentando il divario tra territori ricchi e poveri.


Conclusioni

Il quadro generale è preoccupante. A un anno dalla scadenza finale, la realizzazione della riforma appare ancora in fase iniziale. I ritardi, l'insufficiente coinvolgimento del personale medico e infermieristico, e l'assenza di risposte concrete sul piano territoriale rischiano di compromettere gli obiettivi fissati dal PNRR. Senza un'accelerazione nei processi e una maggiore attenzione alla copertura territoriale, i benefici promessi non arriveranno mai a destinazione. La digitalizzazione, purtroppo, rimane solo una promessa incompiuta.


REDAZIONE AISI

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