Payback dispositivi medici, intesa ancora lontana: aziende verso un esborso da 500 milioni, ma le Regioni frenano
- AISI
- 7 giorni fa
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La trattativa sul payback dei dispositivi medici relativi al quadriennio 2015-2018 non è ancora chiusa. Dopo una lunga negoziazione, le aziende del settore potrebbero trovarsi a pagare circa 500 milioni di euro, rispetto ai 2 miliardi inizialmente previsti. Ma l’intesa resta appesa a un filo: alcune Regioni non accettano lo schema proposto, che prevede una loro compartecipazione economica.

Dal conto da 2 miliardi ai 500 milioni: le tappe della riduzione
Il taglio della cifra dovuta dalle imprese è iniziato con il Decreto-legge 34/2023, che ha stanziato un miliardo per attenuare l’impatto delle richieste legate agli sforamenti dei tetti di spesa per gli anni 2015-2018. Le aziende hanno comunque impugnato il meccanismo di ripiano davanti alla giustizia amministrativa e costituzionale, ma sia il TAR che la Consulta hanno confermato la legittimità del sistema.
Le aziende: “Importo insostenibile, rischio crisi per molte imprese”
Nonostante la riduzione, anche il miliardo rimasto a carico delle aziende è stato considerato eccessivo da parte del settore, soprattutto per le realtà medio-piccole, che hanno segnalato il rischio di gravi difficoltà economiche e operative.
La proposta MEF: 350 milioni dallo Stato, 239 da dividere
A sbloccare (in parte) lo stallo è intervenuto il Ministero dell’Economia. Nell’incontro del 15 maggio, il MEF si è impegnato a stanziare 350 milioni come contributo statale per consentire alle Regioni di rinunciare ai crediti vantati per il periodo 2015-2018. La proposta prevede che i restanti 239 milioni vengano divisi equamente tra aziende (120 mln) e Regioni (120 mln), portando così il totale a carico delle imprese a circa 500 milioni.
Le Regioni non ci stanno: “Quota troppo alta”
Ed è proprio su questi 120 milioni che il dialogo si è inceppato: alcune Regioni giudicano inaccettabile la richiesta di coprire una parte del costo, che verrebbe distribuita in proporzione agli sforamenti registrati. La mancata condivisione blocca ancora la firma dell’intesa definitiva.
Prossime incognite: cosa succede dal 2019 in poi?
Oltre alla chiusura del contenzioso 2015-2018, resta aperta la questione del payback per il periodo 2019-2024, per cui non sono ancora disponibili dati ufficiali sugli eventuali sforamenti. Inoltre, il MEF ha annunciato l’intenzione di abolire il sistema del payback a partire dal 2025: anche su questo fronte, però, manca ancora una conferma concreta.
REDAZIONE AISI