Ondata di caldo, Milano epicentro dell’emergenza sanitaria: oltre 2.300 morti in Europa
- AISI

- 8 lug
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L’ondata di calore che ha attraversato l’Europa occidentale tra il 23 giugno e il 2 luglio ha provocato almeno 2.300 decessi in dodici grandi città, secondo una nuova analisi scientifica condotta dal gruppo World Weather Attribution insieme a Imperial College London e alla London School of Hygiene & Tropical Medicine. Circa 1.500 di questi mortisarebbero direttamente legati al cambiamento climatico, responsabile dell’aumento dell’intensità e della durata dell’evento.

Milano è la città più colpita, con 317 decessi attribuiti al riscaldamento globale su un totale di 499 legati al caldo. A seguire, Parigi e Barcellona. A Londra sono stati contati 273 morti da temperature elevate, di cui 171 direttamente associati al clima alterato dall’uomo.
Temperature urbane fino a 4 gradi sopra la norma
Lo studio si basa su modelli epidemiologici che mettono in relazione temperature estreme e mortalità urbana. Il confronto con uno scenario alternativo, privo di impatti antropici sul clima, mostra che l’attività umana ha causato un incremento termico fino a 4°C in alcune aree metropolitane.
Il 90% delle vittime aveva più di 65 anni, una fascia fragile spesso colpita lontano dai riflettori, in ambito domestico o ospedaliero, e senza che il caldo venga indicato come causa diretta di morte. Gli esperti parlano di una emergenza silenziosa ma devastante.
Gli anziani e i malati cronici i più esposti
Per il sistema sanitario, i dati confermano l’urgenza di un monitoraggio attivo delle persone fragili nei giorni di allerta, in particolare di coloro con patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche o in cura con farmaci che alterano la termoregolazione.
L’aumento delle notti tropicali, con valori minimi notturni oltre i 20°C, ha aggravato il quadro: la qualità del sonno peggiora, con effetti documentati su pressione arteriosa, glicemia e funzioni cognitive. In Spagna si sono registrate fino a 24 notti tropicali consecutive, 18 in più rispetto alla media storica.
La crisi sanitaria climatica è già cominciata
Secondo i climatologi coinvolti nella ricerca, senza una drastica inversione delle emissioni globali, le ondate di calore diventeranno più frequenti, intense e letali, trasformando l’eccezionalità in normalità. Per affrontare questa crisi, i sistemi sanitari dovranno investire in strategie strutturali di prevenzione, sorveglianza territoriale e adattamento climatico, soprattutto nelle aree urbane più esposte.
REDAZIONE AISI



