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Oncologia tra alta tecnologia e cura della persona: la sfida dei nuovi percorsi

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 5 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

L’oncologia vive un’epoca di trasformazioni rapide e strutturali. L’innovazione scientifica e tecnologica, ormai integrata nella pratica clinica quotidiana, sta modificando radicalmente i percorsi terapeutici e il modo di lavorare dei professionisti. Sistemi sempre più articolati richiedono competenze aggiornate e una gestione organizzativa capace di affrontare sfide complesse.

Risultati in crescita per la sopravvivenza

I dati confermano i progressi: la sopravvivenza media a cinque anni ha raggiunto il 65% nelle donne e il 59% negli uomini, valori superiori alla media europea. A beneficiarne sono oltre 3,6 milioni di persone che oggi convivono con una diagnosi di cancro, tra trattamenti, follow-up e controlli. Una popolazione in larga parte anziana, spesso affetta anche da altre malattie croniche, che richiede approcci integrati e personalizzati.


Ripensare l’organizzazione dei servizi

Di fronte a un aumento costante della domanda, non solo legata all’efficacia delle cure ma anche alla cronicizzazione della malattia, emerge l’urgenza di rivedere i modelli organizzativi. L’obiettivo è costruire percorsi in grado di gestire efficacemente sia la disponibilità delle nuove terapie che il carico assistenziale quotidiano. In molte realtà italiane si stanno sperimentando soluzioni innovative che mettono al centro la persona, e non solo la malattia.


Le migliori pratiche già in campo

Alcune esperienze si sono già dimostrate efficaci: modelli basati su équipe multidisciplinari, gestione condivisa tra ospedale e territorio, strumenti digitali per il monitoraggio remoto. Queste pratiche dimostrano come sia possibile aumentare l’efficienza, migliorare l’accesso e garantire continuità nelle cure, anche per i pazienti più fragili o geograficamente lontani dai grandi centri oncologici.


Hi-tech e hi-touch: un equilibrio possibile

La vera sfida è coniugare due dimensioni solo apparentemente in contrasto: da un lato l’alta tecnologia (hi-tech) delle nuove terapie, dall’altro l’approccio umano e relazionale (hi-touch) che resta fondamentale nella presa in carico del malato. Le innovazioni devono essere strumenti per rafforzare, non indebolire, il legame medico-paziente. La qualità dell’ascolto, il tempo dedicato alla persona, la capacità di intercettare i bisogni emotivi sono parte integrante dell’efficacia terapeutica.


Un nuovo paradigma per la cura

L’oncologia del futuro è già in costruzione e passa da un’evoluzione culturale oltre che scientifica. Servono investimenti nella formazione, nell’organizzazione e nelle infrastrutture, ma soprattutto nella capacità di mettere al centro la complessità della persona. Solo così sarà possibile affrontare le sfide di una disciplina che, pur essendo tra le più avanzate, non può rinunciare al contatto umano come parte insostituibile del percorso di cura.


REDAZIONE AISI

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