top of page

Mmg, tensione nel Lazio sul ruolo delle case di comunità

Immagine del redattore: AISIAISI

Il confronto tra la Regione Lazio e i medici di famiglia continua ad essere acceso riguardo la riforma dell'assistenza territoriale.

Il presidente Francesco Rocca ha ribadito che le case di comunità rappresentano una soluzione fondamentale per migliorare l'accesso alle cure primarie, smentendo le accuse di privatizzazione del sistema sanitario. Tuttavia, i rappresentanti della Fimmg Lazio e Roma lamentano l'assenza di un dialogo da ormai due anni e chiedono di essere coinvolti attivamente nelle decisioni, criticando le "provocazioni" lanciate dalla Regione.


Le affermazioni di Rocca

Nel corso di una diretta Facebook, il presidente Rocca ha messo in evidenza la necessità di rendere il sistema sanitario laziale più accessibile per tutti i cittadini. "Dobbiamo riempire le case di comunità e fare in modo che i cittadini vi trovino la risposta che meritano", ha dichiarato, aggiungendo che nei piccoli centri la copertura sanitaria dovrà essere garantita anche attraverso ordini di servizio per i medici di famiglia.


"Non tutto deve essere oggetto di contrattazione, questo non sono più disposto a tollerarlo", ha avvertito Rocca. Inoltre, ha respinto le accuse secondo cui le case di comunità rappresenterebbero un passo verso la privatizzazione, affermando: "Semmai sono una garanzia, perché tutto resta pubblico. Basta con la disinformazione". Il presidente ha concluso invitando i medici a un confronto serio.


La replica Fimmg

La risposta della Fimmg Lazio e Roma è stata immediata. "Purtroppo, da due anni si è azzerato ogni confronto, sostituito da prese di posizione che stanno creando solo tensioni", hanno dichiarato Gianni Cirilli e Pier Luigi Bartoletti in una nota.


I medici di famiglia rivendicano il loro ruolo fondamentale durante la pandemia e il potenziamento della rete assistenziale regionale, con 2.630 studi medici attivi e 600 Unità di Cure Primarie (Ucp) operative fino alle 19. Il sindacato ha anche sollevato il problema della carenza di medici e delle difficoltà per i cittadini nel scegliere il proprio medico di fiducia, ricordando che "scegliere il proprio medico" è un diritto sancito dalla legge, ma che a Roma non è sempre facilmente esigibile.


Nonostante la disponibilità a un confronto, i rappresentanti della Fimmg hanno dichiarato di essere contrari a uno scontro sterile. "Non accettiamo provocazioni, ma vogliamo un dialogo serio per affrontare le sfide della sanità pubblica", hanno concluso, auspicando l'apertura di un tavolo per l'accordo integrativo regionale e l'assegnazione di fondi per la digitalizzazione degli studi medici.


REDAZIONE AISI

 
 
bottom of page