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Medicina generale da rilanciare, Schillaci: “Servono formazione, innovazione e nuovi modelli organizzativi”

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 22 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Il ministro spinge per una riforma strutturale del ruolo del medico di base e dell'intero sistema territoriale.

Medico di famiglia, fulcro della sanità territoriale

“Il medico di base deve rimanere il punto di riferimento per il cittadino”. Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo alla XXVI edizione di Salute Direzione Nord, ha ribadito la necessità di una profonda riforma della medicina generale, partendo dal ruolo strategico che il medico di famiglia deve ricoprire in un Servizio Sanitario Nazionale moderno. La sua funzione di presidio territoriale, secondo il ministro, è essenziale per garantire l’accesso ai servizi di base e contrastare la dispersione assistenziale.


Rendere attrattiva la professione per i giovani medici

Uno dei nodi principali riguarda la scarsa attrattività della professione di medico di medicina generale per le nuove generazioni. Per invertire la tendenza, Schillaci ha annunciato una riqualificazione del percorso formativo, con una revisione della scuola di medicina generale su base regionale e un miglioramento delle condizioni economiche, affinché siano comparabili a quelle delle scuole di specializzazione. Prevista anche l’introduzione di un doppio canale di accesso alla professione, con la possibilità di scegliere tra il modello convenzionato e quello diretto con le Regioni, per permettere una distribuzione più efficace dei professionisti, soprattutto nelle strutture di prossimità.


Carenze di personale mirate, non generalizzate

Secondo Schillaci, il problema del personale sanitario non è strettamente numerico, ma localizzato in alcune aree specialistiche. Per rispondere a queste carenze, il ministero ha incrementato le borse di studio in discipline considerate meno attrattive, ma cruciali per l’oncologia e altre aree avanzate, come la radioterapia e l’anatomia patologica. A livello infermieristico, ha invece evidenziato una carenza cronica e diffusa, comune in tutta Europa, e ha annunciato azioni per potenziare il corso di laurea in scienze infermieristiche e offrire reali opportunità di crescita professionale nel SSN.


Innovazione e prevenzione per una sanità sostenibile

Tra i punti centrali dell’intervento, Schillaci ha sottolineato il valore di ricerca, digitalizzazione e telemedicina come strumenti indispensabili per colmare i divari territoriali e migliorare l’efficienza del sistema sanitario. L’innovazione, ha precisato, è un investimento che produce salute, così come la prevenzione, che deve essere rafforzata a tutti i livelli del percorso assistenziale.


Liste d’attesa, scudo penale e gestione delle emergenze

Il ministro ha confermato l’impegno dell’esecutivo per il contenimento delle liste d’attesa, la proroga dello scudo penale per i medici fino al 2025, con l’obiettivo di renderlo definitivo, e la piena disponibilità ad affrontare nuove emergenze umanitarie, se necessario. Ha concluso il suo intervento ricordando che “la salute non ha colore politico” e che la sanità italiana, nonostante le difficoltà, dimostra quotidianamente la propria qualità ed efficacia.


REDAZIONE AISI

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