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Medicina del territorio, lo Snami lancia l’allarme: “Serve un cambio radicale”

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 21 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

La medicina territoriale italiana attraversa una fase critica. A denunciarlo è lo Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), che ha indirizzato una lettera urgente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro della Salute Orazio Schillaci e al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Al centro della missiva, la richiesta di una riforma profonda e concreta per evitare il collasso della medicina di base.

Una crisi sistemica aggravata dalla carenza di medici

Lo Snami parla di una “crisi senza precedenti”, aggravata da una cronica carenza di medici di medicina generale. I professionisti, schiacciati da carichi burocratici e condizioni insostenibili, vengono spinti al pensionamento anticipato. Il risultato è un sistema impoverito, che fatica a garantire continuità e capillarità dell’assistenza.

Critiche dirette alle riforme recenti

Nel mirino finiscono le riforme degli ultimi anni: Ruolo Unico, Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP). Modelli definiti “fallimentari”, che avrebbero prodotto effetti opposti a quelli sperati.

“Hanno reso l’assistenza più frammentata e inefficace”, si legge nella lettera.


Il Ruolo Unico, in particolare, viene contestato per aver trasformato i medici di famiglia in figure da impiegare a rotazione nelle strutture aziendali, sottraendoli alla loro missione originaria: l’assistenza diretta e personale al cittadino.

Tre richieste per cambiare rotta


Lo Snami elenca tre azioni chiave per invertire la tendenza:

  1. Revocare i modelli organizzativi giudicati inefficaci.

  2. Investire in modo strutturale nella medicina di prossimità, garantendo risorse, strumenti e autonomia gestionale ai medici di base.

  3. Migliorare le condizioni di lavoro, con meno burocrazia e più supporto concreto.


Il pericolo del “gettonismo territoriale”

Il sindacato lancia un monito: si rischia di passare a un sistema di “gettonismo del territorio”, dove la discontinuità, l’alto costo e la mancanza di visione a lungo termine potrebbero compromettere l’intero impianto della sanità territoriale italiana.


“Così si tradisce il principio stesso della medicina di prossimità, cardine del nostro SSN.”

Appello al cambiamento: “Serve un modello semplice ed efficace”

Lo Snami si dice disponibile al confronto, ma chiede una svolta: “La medicina generale deve tornare al centro delle politiche sanitarie. Serve un sistema più semplice, vicino alle persone e realmente efficace.”


REDAZIONE AISI


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