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Medici di famiglia, scontro sul ruolo unico: allarme per il futuro della medicina generale

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 13 set
  • Tempo di lettura: 2 min

Il nuovo contratto 2024 introduce il ruolo unico, suscitando timori di snaturamento della medicina di base e di perdita del rapporto fiduciario con i cittadini.


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Un cambiamento strutturale contestatoIl dibattito sul ruolo unico dei medici si accende dopo l’entrata in vigore delle previsioni contenute nel contratto 2024. La misura, concepita nell’alveo della legge Balduzzi del 2012, segna un cambio radicale nella configurazione della medicina generale: il medico di famiglia, da presidio autonomo sul territorio, rischia di trasformarsi in una figura assimilata a un dipendente orario del sistema sanitario.


Il nodo del rapporto fiduciarioSecondo le critiche, l’adozione del ruolo unico non valorizza il legame di fiducia costruito con i pazienti, ma lo indebolisce. L’impostazione è percepita come un ingranaggio burocratico che svuota la missione originaria della medicina generale: seguire i malati cronici, garantire continuità delle cure e svolgere attività di prevenzione di prossimità.


Emergenza e inappropriatezza del modello

Altro punto controverso riguarda il tentativo di far confluire la medicina generale nelle maglie dell’emergenza. I medici di famiglia rivendicano che la loro funzione non è quella di “tappare buchi” in contesti impropri o emergenziali, ma di presidiare il territorio con cure costanti e personalizzate. La confusione dei piani assistenziali, denunciano, produce effetti negativi sia sulla professione sia sui cittadini, privati di un riferimento stabile e dedicato.


Il rischio di uno sciopero nazionale

Il tema sarà al centro del Congresso Nazionale di Isola delle Femmine previsto tra due settimane, dove i rappresentanti della categoria valuteranno se proclamare lo sciopero. Una decisione che potrebbe avere ricadute rilevanti per l’intero sistema sanitario, già alle prese con carenze di personale e criticità organizzative. La minaccia è chiara: senza un cambio di rotta, la medicina generale potrebbe fermarsi, con conseguenze dirette sull’assistenza di milioni di cittadini.


REDAZIONE AISI

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