Medici di famiglia fino a 71 anni: approvata la proroga nel Decreto PA
- AISI
- 22 apr
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Nel tentativo di arginare la carenza cronica di medici di medicina generale, arriva una misura destinata a far discutere: i medici di famiglia potranno proseguire l’attività lavorativa fino a 71 anni, su base volontaria. Lo prevede un emendamento al decreto sulla Pubblica amministrazione, proposto dalla Lega e approvato in commissione nelle ultime ore.

Il provvedimento, in vigore fino al 31 dicembre 2026, si applicherà ai professionisti che raggiungeranno l’età pensionabile entro quella data. La proroga potrà essere concessa soltanto con il consenso del medico interessato e avrà una durata massima di un anno oltre il limite ordinario di età.
Un argine alla crisi dei medici di base
La misura nasce per fronteggiare la crescente difficoltà nell’assicurare la presenza dei medici di famiglia sul territorio. Secondo le stime più aggiornate, in Italia mancano oltre 5.500 MMG, un vuoto che rende complicato per molti cittadini – soprattutto nelle regioni più periferiche – accedere al proprio medico di fiducia.
Le previsioni peggiorano guardando ai prossimi anni: tra il 2024 e il 2027, si stima che ben 7.345 medici di famiglia raggiungeranno il limite per il pensionamento. L’emendamento consente quindi alle ASL di prolungare i contratti in essere, così da garantire la continuità dei servizi essenziali sul territorio.
Un doppio fronte: emergenza immediata e riforma strutturale
Oltre alla proroga dell’età pensionabile, il testo prevede anche un incarico specifico al Ministero della Salute. Insieme al Dipartimento della Funzione Pubblica, sarà chiamato ad aggiornare i criteri per il reclutamento del personale sanitario. L’intervento riguarda sia il personale dirigente (sanitario e tecnico-amministrativo) che quello non dirigente, con l’obiettivo di modernizzare e rendere più efficiente l’accesso alla professione all’interno del SSN.
Il provvedimento, quindi, agisce su due livelli: da un lato, una risposta tampone per fronteggiare l’emergenza nei territori; dall’altro, una spinta alla revisione delle regole di assunzione e programmazione del personale sanitario.
REDAZIONE AISI