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Malattie professionali in sanità, una realtà che non può essere ignorata: rischi, prevenzione e strumenti di tutela

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 9 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Gli operatori sanitari svolgono la loro attività in un contesto intrinsecamente complesso, caratterizzato da esposizioni multiple e cumulative che possono, nel tempo, sfociare in vere e proprie malattie professionali. Queste condizioni non vanno considerate una conseguenza inevitabile del mestiere, perché in molti casi sono prevenibili attraverso misure organizzative, tecniche e assicurative adeguate.


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Rischi specifici del lavoro sanitario

Tra i pericoli più rilevanti rientrano il rischio biologico, dovuto al contatto con virus, batteri e funghi, che espone a epatiti, tubercolosi e altre infezioni. Il rischio chimico riguarda invece la manipolazione di farmaci chemioterapici, gas anestetici e disinfettanti, potenzialmente tossici o cancerogeni.


A ciò si aggiungono i rischi fisici, come l’esposizione a radiazioni ionizzanti e microclimi estremi, oltre allo strain muscoloscheletrico, causato dal sollevamento e dalla movimentazione dei pazienti. Infine, non vanno trascurati i disturbi psichici legati a stress e burnout, che pur non essendo sempre “tabellati” tra le malattie professionali hanno un forte impatto sulla salute del personale.


I dati INAIL confermano la rilevanza del fenomeno: nel 2023 le denunce di malattia professionale sono state oltre 72mila, con prevalenza di patologie osteo-articolari, seguite da disturbi neurologici e tumori.


La prevenzione come presidio fondamentale

La valutazione dei rischi rappresenta il primo passo, come previsto dal D.Lgs. 81/2008, con l’obbligo per le strutture sanitarie di redigere un Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) specifico per esposizioni biologiche, chimiche, fisiche ed ergonomiche.


Le misure preventive seguono una scala gerarchica: eliminazione o sostituzione del rischio, soluzioni tecniche e organizzative, e infine l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Cappe biologiche, sistemi di aspirazione, rotazione del personale e formazione continua costituiscono strumenti essenziali, a cui si aggiungono guanti, camici, mascherine e occhiali come barriere di protezione individuale.


Fondamentali sono anche la sorveglianza sanitaria e la formazione: il medico competente deve programmare controlli personalizzati, screening e biomonitoraggi, mentre gli operatori devono ricevere aggiornamenti regolari su procedure e rischi specifici.

Visite specialistiche e prevenzione mirata

Gli screening periodici assumono un ruolo strategico: controlli infettivologici per chi è esposto a rischio biologico, monitoraggi respiratori e dermatologici per chi utilizza sostanze chimiche, test radiologici e neurologici per chi lavora in ambienti ad alta esposizione fisica. La diagnosi precoce, unita a programmi di prevenzione secondaria, consente di ridurre significativamente l’impatto delle malattie professionali e di garantire interventi tempestivi.


Tutele assicurative per i dipendenti

Per i sanitari dipendenti l’assicurazione contro infortuni e malattie professionali è garantita dall’INAIL, che eroga prestazioni sanitarie, indennità per inabilità temporanea e permanente, rendite vitalizie e trattamenti ai superstiti. Le malattie possono essere riconosciute come “tabellate”, con presunzione di origine lavorativa, o “non tabellate”, per le quali è necessario dimostrare esposizione e nesso causale.

Il lavoratore deve presentare denuncia entro 15 giorni dalla manifestazione della malattia per non perdere il diritto a indennizzi e prestazioni economiche.


La questione dei liberi professionisti

Un nodo irrisolto riguarda i professionisti sanitari autonomi, non sempre coperti da forme assicurative pubbliche. In questi casi diventa fondamentale stipulare polizze private dedicate, capaci di estendere le garanzie anche al contagio da agenti biologici e ad altri rischi peculiari della professione. Alcune compagnie offrono soluzioni su misura con coperture “24 ore su 24” e garanzie aggiuntive per rischi specifici.


Una protezione che unisce prevenzione e tutela

Le malattie professionali non sono un destino inevitabile per chi lavora in sanità. La combinazione di prevenzione strutturata, sorveglianza sanitaria mirata e adeguate tutele assicurative rappresenta la strada maestra per proteggere la salute degli operatori. Al tempo stesso, costruire una cultura della sicurezza significa garantire che chi cura ogni giorno la collettività possa operare senza dover sacrificare la propria salute.


REDAZIONE AISI

 
 
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