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Lea: Sindacato Medici SSN, d’accordo con il monitoraggio, ma serve aiuto concreto per le Regioni in difficoltà

Immagine del redattore: AISIAISI

"Siamo d'accordo con il monitoraggio dei Lea, ma l'appunto che facciamo riguarda la modalità con cui poi, dopo aver ottenuto i dati, si agisce", ha dichiarato Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao-Assomed, il sindacato che rappresenta i medici dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Le sue parole arrivano in merito alla recente pubblicazione dei dati sul monitoraggio dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), che ha visto la Lombardia scivolare al settimo posto nella classifica, suscitando la reazione del presidente Attilio Fontana, il quale ha contestato duramente i parametri e le metodologie utilizzate per la valutazione.


Di Silverio sottolinea un punto cruciale nella questione: "È normale riscontrare un paradosso, dove alcune Regioni in piano di rientro, pur essendo valutate come 'verdi' nella griglia dei Lea, continuano a fare i conti con problemi di bilancio significativi. Dall’altra parte, Regioni che risultano 'rosse', ma che non sono in piano di rientro, potrebbero non riuscire a capire pienamente i motivi di tale valutazione, e quindi non essere messe nelle condizioni di intervenire adeguatamente".


Questo paradosso, secondo Di Silverio, rappresenta una contraddizione temporale e qualitativa che rischia di rendere il monitoraggio dei Lea inefficace se non accompagnato da azioni pratiche e soluzioni concrete.


In un contesto come quello attuale, dove le disparità regionali nel settore sanitario sono molto marcate, il segretario del sindacato propone un’alternativa chiara: "Decidiamo una volta per tutte: i piani di rientro vengono sostituiti da un percorso di accompagnamento, che non faccia entrare in difficoltà ulteriori le Regioni già vulnerabili dal punto di vista economico e strutturale, ma che invece le aiuti a raggiungere gli obiettivi senza penalizzarle ulteriormente".


Di Silverio evidenzia la necessità di affiancare alle valutazioni numeriche e ai monitoraggi delle azioni concrete di supporto e intervento che aiutino le Regioni più in difficoltà a superare le problematiche strutturali e a garantire, comunque, la qualità delle prestazioni sanitarie.


Il segretario del sindacato fa anche una riflessione sul rischio che i monitoraggi rischino di ridursi a classifiche senza reale impatto sul miglioramento delle prestazioni sanitarie: "Se non cambiamo approccio, questi monitoraggi rischieranno di diventare semplici classifiche, dove chi va peggio si lamenta dei criteri utilizzati e chi va meglio dichiara che tutto è perfetto, senza un vero cambiamento nel sistema", ha concluso Di Silverio. Questo approccio rischia di non risolvere le differenze regionali e non affrontare il cuore del problema, ovvero la gestione delle risorse sanitarie e la qualità dei servizi su tutto il territorio nazionale.


Il sindacato, quindi, non si limita a criticare i Lea o il monitoraggio, ma avanza una proposta chiara: un supporto concreto alle Regioni in difficoltà, che vada oltre la mera analisi dei dati. Di Silverio ha sottolineato la necessità di un intervento mirato, che permetta alle Regioni di risanare le difficoltà economiche e strutturali, e non solo di raggiungere obiettivi numerici. Questo approccio potrebbe portare a un miglioramento tangibile del servizio sanitario in tutta Italia, piuttosto che a una mera conformità ai parametri stabiliti.


Il futuro del sistema sanitario, secondo Anaao-Assomed, dovrebbe basarsi su un percorso di accompagnamento strutturato e mirato, in grado di integrare le criticità locali senza penalizzare chi già affronta difficoltà. Questo, in ultima analisi, potrebbe contribuire a garantire che tutti i cittadini italiani abbiano accesso a un servizio sanitario pubblico di qualità, indipendentemente dalla Regione di residenza.


REDAZIONE AISI

 
 
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