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Le Donne per una Sanità più equa e inclusiva

Immagine del redattore: AISIAISI

Presentato il Manifesto per il futuro della salute in Italia


Nei giorni scorsi, nella sala Nassirya del Senato, è stato presentato il Manifesto redatto dalla community Donne Protagoniste in Sanità, un documento che porta una visione innovativa per il futuro del sistema sanitario italiano, mettendo al centro la sensibilità e la prospettiva femminile.

Il Manifesto nasce dai temi discussi durante la IX edizione del Forum del Sistema Salute, che si è tenuto a Firenze lo scorso febbraio. Tra i temi trattati, emergono l'importanza dell'equilibrio tra tecnologia e umanità, la sanità digitale come bene comune, la sostenibilità, l'innovazione responsabile, ma anche l'empowerment femminile e la leadership etica.


Un approccio olistico alla salute

Il titolo del Manifesto, “La chiameremo Umanità – La visione delle donne per la salute bene comune”, esprime già chiaramente l’intenzione dei promotori: un approccio che non si limiti solo agli aspetti clinici della salute, ma che abbracci anche le dimensioni emotive, sociali, ambientali e spirituali del benessere. Un altro punto centrale del Manifesto è l’accento sulla multidisciplinarietà nella formazione dei professionisti del futuro, unendo competenze da vari settori, come la sociologia, l’ingegneria e l’economia, per costruire un sistema sanitario veramente integrato.


Il contributo fondamentale delle donne

Monica Calamai, commissaria straordinaria dell'Asp di Crotone e coordinatrice della community Donne Protagoniste in Sanità, sottolinea l’importanza di dar voce alle donne nel settore sanitario, spesso silenziate nonostante il loro impegno e la loro preparazione. “Le donne sono in prima linea, sono molto più istruite e mantengono un continuo aggiornamento, ma spesso non riescono a dare il contributo che potrebbero”, afferma Calamai. Inoltre, evidenzia come esista un gap significativo tra uomini e donne nel sistema sanitario, che si aggrava soprattutto nelle regioni del Nord Italia e nelle disparità nell'accesso alle cure.


Le diseguaglianze nel sistema sanitario

Dal 2008, l'assenza di un Piano sanitario nazionale ha contribuito ad accentuare le differenze tra le regioni italiane. Come sottolinea Calamai, il Paese è "a tre velocità", con grandi disuguaglianze territoriali che influiscono direttamente sull’accesso alle cure e sulla qualità della salute offerta ai cittadini.


Il nodo delle risorse economiche

Marina Sereni, responsabile nazionale della salute e sanità del Partito Democratico, esprime preoccupazione per l'approccio attuale alla gestione delle risorse sanitarie. “La politica deve decidere quali diritti garantire prima di stabilire le risorse”, afferma Sereni, che evidenzia la necessità di una discussione trasparente sulla destinazione delle tasse e sull’importanza di investire nel sistema sanitario, per evitare che il personale sanitario continui a lasciare le strutture a causa delle condizioni di lavoro.


Riformare l'assistenza sul territorio

Tiziana Frittelli, commissaria straordinaria del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, parla di una necessaria rivoluzione nell’assistenza territoriale. Secondo Frittelli, l’attuale riorganizzazione del sistema, rappresentata dal Dm 77, non potrà essere efficace senza una discussione chiara sui limiti e le risorse legate al Dm70, che ha definito la rete ospedaliera. Il sistema sanitario, infatti, è bloccato da vincoli drammatici come l’aumento della spesa pensionistica e la parcellizzazione della spesa sanitaria e sociale.


La rivoluzione culturale per la sanità digitale

Laura Patrucco, presidente dell’Associazione Scientifica per la Sanità Digitale, sottolinea come sia necessario un cambiamento culturale per dare un nuovo valore al digitale, pensando sempre alle persone come centro del processo di innovazione. La sanità digitale, secondo Patrucco, deve rispettare l’umanità dei pazienti, facendo sì che la tecnologia non venga vista come un’entità asettica, ma come uno strumento per migliorare concretamente la vita dei cittadini.


L’umanizzazione delle cure

Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanza Attiva, ribadisce l’importanza di un approccio più umano nel rapporto tra medici e pazienti. "La comunicazione è fondamentale per ridurre il divario di potere esistente tra i professionisti della salute e i cittadini", afferma Mandorino. Per lei, l’umanizzazione delle cure non riguarda solo il miglioramento della relazione medico-paziente, ma la riduzione della sofferenza evitabile nei processi di cura. Il Manifesto, in questo senso, vuole dare una spinta a una salute più empatica e vicina ai bisogni reali delle persone.


REDAZIONE AISI

 
 
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