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Le cure domiciliari crescono grazie al Pnrr, ma la qualità resta la sfida centrale

Immagine del redattore: AISIAISI

L'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) rappresenta una pietra angolare per la modernizzazione del nostro sistema sanitario, specialmente in un contesto demografico che vede un aumento costante della popolazione anziana.

Negli ultimi dieci anni, l'assistenza domiciliare è passata da una copertura del 1,95% nel 2014 al 3,89% nel 2023. Un incremento notevole che ha avuto il merito di avvicinare i servizi sanitari a casa delle persone, riducendo le difficoltà logistiche e migliorando l'accesso alle cure per i cittadini più fragili. Tuttavia, la semplice crescita numerica non basta a garantire un reale miglioramento.


La qualità dell'assistenza deve essere al centro dell'attenzione.

Il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha dato una spinta decisiva al potenziamento dei servizi domiciliari, prevedendo investimenti e incentivi per raggiungere obiettivi ambiziosi. L’obiettivo fissato è quello di arrivare a una copertura del 10% degli over 65 entro il 2026, pari a circa 842.000 anziani assistiti a casa. Si tratta di un passo fondamentale per un sistema sanitario più inclusivo, in grado di rispondere alle crescenti necessità delle persone anziane, spesso affette da patologie croniche o che richiedono interventi socio-sanitari complessi.


Nonostante l'aumento significativo dei numeri, un aspetto cruciale da considerare è proprio la qualità dell'assistenza che viene erogata. Non è sufficiente “aumentare la copertura”, è necessario garantire che l’assistenza domiciliare risponda effettivamente alle esigenze di chi ne usufruisce. In questo senso, le Regioni italiane hanno iniziato a sensibilizzarsi maggiormente, promuovendo un percorso di miglioramento che si è concretizzato, ad esempio, attraverso l’Intesa Stato Regioni del 2021 (n.151).


Questa intesa ha fissato linee guida per uniformare e potenziare i servizi di assistenza domiciliare, con l’obiettivo di rendere l’ADI non solo un’alternativa ai ricoveri ospedalieri, ma una soluzione sanitaria integrata che faccia leva su tutte le risorse a disposizione, dalla telemedicina alla riabilitazione domiciliare.


Uno degli aspetti che merita particolare attenzione è la telemedicina, che ha avuto un notevole impulso durante la pandemia e che continua a rappresentare un punto di forza nelle cure a distanza. I servizi di telemonitoraggio, ad esempio, permettono di monitorare costantemente le condizioni di salute degli anziani senza la necessità di continui spostamenti. La possibilità di consultare i medici online, ricevere supporto nella gestione dei farmaci e monitorare parametri vitali come la pressione sanguigna o la glicemia, rappresentano vantaggi concreti per la salute e la qualità della vita dei pazienti. Tuttavia, è fondamentale che questi strumenti siano integrati correttamente nel sistema sanitario, con piani di formazione adeguati per i professionisti sanitari e un accesso equo per tutti i pazienti.


Nel contesto della cura domiciliare, è essenziale che i servizi siano percepiti come parte di un sistema integrato, che risponda non solo a bisogni sanitari, ma anche a necessità sociali. Gli anziani, infatti, non necessitano solo di cure mediche, ma anche di supporto psicologico, assistenza nelle attività quotidiane e soluzioni che possano garantire loro autonomia e dignità. È quindi cruciale che i servizi non siano frammentati, ma che ci sia una sinergia tra medici, infermieri, assistenti sociali e familiari.


La qualità dell'ADI, infatti, non può essere misurata solo dai numeri. Il vero indicatore di successo sarà la soddisfazione degli utenti e il miglioramento complessivo delle loro condizioni di vita. Per questo motivo, è necessario investire in modelli di assistenza innovativi che non si limitano a fornire una cura materiale, ma che siano anche in grado di rispondere alle esigenze psicologiche e sociali degli anziani.


L’Intesa Stato Regioni ha fatto un passo importante in questa direzione, cercando di uniformare e ottimizzare l’offerta di servizi, ma è fondamentale che i fondi del Pnrr vengano utilizzati in modo efficace, per rafforzare non solo la quantità, ma soprattutto la qualità dei servizi offerti. Un sistema sanitario più inclusivo e efficiente potrà così rispondere alle esigenze di una popolazione anziana in costante crescita, garantendo un futuro in cui ogni anziano possa sentirsi supportato e assistito nella propria casa, senza mai sentirsi abbandonato o escluso.


REDAZIONE AISI

 
 
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