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Gaza, Aodi (Co-mai): «1.600 tra medici, professionisti sanitari e soccorritori uccisi, 95% degli ospedali fuori uso rischio enorme di pandemia per l'aumento del 53% delle malattie infettive»

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 19 set
  • Tempo di lettura: 3 min
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«Un altro infermiere ucciso, oltre 20.000 bambini tra le vittime. Fermate questo massacro! Non possiamo più tollerare il silenzio internazionale mentre a Gaza muoiono bambini, donne, professionisti della salute e giornalisti» Dichiara il presidente di AMSI, UMEM, Uniti per Unire, nonché presidente onorario e fondatore di Co-mai. «Serve subito un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi sanitari per salvare vite umane ed aprire di più gli ospedali italiani ed europei ai bambini palestinesi».


ROMA 19 SET 2025 - Il 16 settembre 2025 Gaza ha perso un altro dei suoi eroi silenziosi: Hussein Alnajjar, giovane infermiere padre di tre figli. Colpito da un bombardamento vicino alla sua tenda, è morto dopo cinque giorni di agonia. Nello stesso attacco sono rimasti feriti la cognata e il nipote.


Il sacrificio dei professionisti sanitari

«Hussein non è solo una vittima in più – sottolinea il Prof. Foad Aodi, presidente di AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea) e del Movimento Uniti per Unire, Giornalista e Direttore Responsabile di AISC News Internazionale (Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini), Presidente onorario e fondatore delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), oltre che membro del Registro Esperti FNOMCEO e 4 volte consigliere dell'OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata – ma il simbolo del sacrificio di migliaia di colleghi che hanno pagato con la vita la loro dedizione. A Gaza 1.600 tra medici, professionisti sanitari e soccorritori assassinati. Molti non muoiono soltanto sotto le bombe: crollano per fame, mancanza di cure, o a causa delle stesse malattie che cercano di combattere senza strumenti né medicinali».


Una sanità al collasso

Secondo le indagini di AMSI, UMEM e Co-mai, il 95% degli ospedali e delle strutture sanitarie di Gaza è fuori uso. Chi resiste, lo fa senza elettricità, farmaci e attrezzature, spesso al buio e senza carburante per i generatori.«È un disastro umanitario senza precedenti – continua Aodi – e mette a rischio la sopravvivenza di un’intera popolazione. Ogni ora che passa senza un cessate il fuoco equivale a nuove vite spezzate».


Rischio pandemia e nuove emergenze sanitarie a Gaza

«Oltre alla devastazione causata dalle bombe – avverte il Prof. Foad Aodi, a Gaza cresce il rischio di una vera e propria pandemia. I cadaveri restano per le strade e sotto le macerie, i bambini continuano a morire per fame e mancanza di cure. Senza elettricità, acqua potabile, farmaci e ospedali funzionanti, le malattie infettive sono aumentate del 53% e possono ancora dilagare rapidamente e trasformarsi in una nuova catastrofe sanitaria oltre quella umanitaria visto i più di 500 mila palestinese che hanno lasciato la città di Gaza in questi giorni sotto i bombardamenti».


Il prezzo umano: bambini, donne e giornalisti

Le vittime totali superano ormai le 64.000 persone, tra cui oltre 20.000 bambini.Sono stati uccisi anche 280 giornalisti in 22 mesi di guerra: un tributo altissimo pagato da chi racconta la verità.«Un prezzo inaccettabile – commenta Aodi – che mostra come a Gaza nessuno sia più al sicuro: né civili, né chi presta soccorso, né chi documenta i fatti».


Appello alle istituzioni mondiali

«Chiediamo alle Nazioni Unite, all’Unione Europea, al Vaticano, al Governo italiano  e a tutte le potenze internazionali – conclude Aodi – di non voltarsi dall’altra parte. Servono subito:

• un cessate il fuoco immediato e duraturo,

• l’apertura di corridoi sanitari sicuri,

• il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario.


«Un sincero ringraziamento va alla FNOMCeO, alla Federazione nazionale e a quella del Lazio dei giornalisti, insieme a sindacati, forze politiche e società civile, per il sostegno costante ai professionisti della sanità, agli operatori dell’informazione e ai civili palestinesi, in particolare ai bambini. Un impegno che si esprime con dichiarazioni di tutela, appelli al dialogo e alla pace, e con l’invito continuo a garantire aiuti e strumenti di protezione a chi opera a Gaza in condizioni disumane. Fermiamo questo massacro, uniti, prima che sia troppo tardi».


DATI UFFICIALI – AMSI, UMEM, CO-MAI, AISC NEWS, UNITI PER UNIRE

• Medici /professionisti sanitari/soccorritori uccisi: 1.600

• Ospedali e strutture sanitarie fuori uso: 95%

• Giornalisti uccisi: 280

• Vittime totali: oltre 64.000

• Bambini uccisi: oltre 20.000


REDAZIONE AISI

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