Federfarma replica alle polemiche sollevate da vari sindacati e associazioni professionali in merito alla Convenzione Farmaceutica recentemente approvata. Secondo il sindacato dei titolari di farmacia, le critiche sollevate sono surprendenti e ingiustificate. In particolare, Federfarma precisa che nessuna attività diagnostica è attribuita ai farmacisti dalla convenzione.

La convenzione farmaceutica e il suo ruolo nella sanità
L'Accordo Collettivo Nazionale, noto come Convenzione Farmaceutica, ha ricevuto l'approvazione dalla Conferenza Stato-Regioni, ed entra in vigore con l'obiettivo di definire le modalità operative della farmacia dei servizi. La convenzione stabilisce regole chiare per rafforzare l’assistenza sanitaria di prossimità, dando particolare attenzione alle persone fragili, agli anziani e ai pazienti con malattie croniche.
Questo accordo ha un’importanza fondamentale per i cittadini. Garantisce un accesso equo e semplice ai farmaci prescritti dal Servizio Sanitario Nazionale in tutta Italia, anche nelle aree più periferiche o rurali. Inoltre, promuove la continuità terapeutica attraverso il monitoraggio da parte del farmacista, che assicura l'aderenza alle terapie e il corretto utilizzo dei farmaci. Tra i nuovi servizi inclusi, ci sono anche attività di telemedicina, test diagnostici (come i prelievi capillari), somministrazione di vaccini, e il supporto nella prenotazione di visite specialistiche.
La risposta di Federfarma alle critiche
Federfarma esprime sorpresa di fronte alle dichiarazioni rilasciate da alcune associazioni, come ANAAO-ASSOMED, FNOB, FEDERLAB, FISMELAB e AMCLI, che hanno sollevato preoccupazioni sulla Convenzione. Secondo Federfarma, queste critiche sembrano essere frutto di un malinteso o di una lettura parziale del testo.
Il sindacato vuole chiarire un aspetto cruciale: nessuna attività diagnostica è stata riservata ai farmacisti, e la convenzione non attribuisce loro il compito di fare diagnosi mediche. L’obiettivo della convenzione è solo quello di regolamentare e dettagliare le attività già previste dalle normative esistenti, definendo in modo preciso le mansioni del farmacista.
Il quadro normativo delle analisi in farmacia
La prima normativa che ha regolamentato l’esecuzione di test in farmacia risale al decreto del Ministero della Salute del 16 dicembre 2010, il quale stabilisce che i farmacisti debbano possedere una competenza specifica per l'esecuzione dei test e per la corretta gestione degli strumenti necessari. Inoltre, i farmacisti sono tenuti a partecipare a corsi di aggiornamento periodici per garantire l'uso corretto delle tecnologie.
Il decreto stabilisce che il farmacista è responsabile della manutenzione e della corretta installazione degli apparecchi, nonché della qualità dei risultati analitici, nel caso in cui queste dipendano dalla manutenzione o dall'installazione non corretta delle apparecchiature.
Novità introdotte dalle leggi di bilancio 2020 e 2021
Con le Leggi di Bilancio 2020 e 2021, sono state introdotte modifiche importanti al decreto-legislativo 153/2009, che hanno assegnato al farmacista nuove responsabilità. Tra queste, l’esecuzione di test con prelievo di sangue capillare, la somministrazione di vaccini, e l’esecuzione di test con campioni salivari, nasali o orofaringei. Si è passati così dal concetto di autoanalisi a quello di dispensazione di test professionali.
Il parere ministeriale del 2022 ha confermato che i farmacisti possono eseguire test professionali, tra cui il near patient testing (NPT) e il point of care testing (POCT), direttamente in farmacia, sempre nel rispetto delle normative vigenti.
Dettagli operativi della convenzione farmaceutica
L’entrata in vigore della nuova convenzione farmaceutica non fa altro che dettagliare ulteriormente una disciplina già esistente, senza introdurre novità radicali. Le principali disposizioni riguardano:
L’utilizzo di test conformi alle normative di riferimento, con caratteristiche minime di sensibilità e specificità, come stabilito dal Ministero della Salute o da altre autorità competenti.
L’esecuzione dei test seguendo le modalità specifiche indicate nelle schede tecniche dei prodotti e le istruzioni fornite dai produttori.
L’introduzione dell’obbligo di consegna del risultato o di un attestato scritto all’assistito, che può essere anche in formato digitale e deve essere firmato dalla farmacia su carta intestata. Questa previsione, tanto attesa, rappresenta un passo importante per conferire maggiore responsabilità al farmacista, nella sua funzione di professionista sanitario.
Un'ulteriore conferma del ruolo della farmacia
Le disposizioni introdotte dalla nuova convenzione non entrano in conflitto con le normative esistenti, ma anzi precisano e specificano meglio le modalità operative per l’esecuzione dei test, con l’obiettivo di garantire la salute e la sicurezza del cittadino.
Federfarma ha voluto chiarire questi aspetti per fugare ogni dubbio e rispondere alle polemiche che, a suo avviso, potrebbero essere mosse da motivi politici o da una difesa di vecchi privilegi professionali. L’associazione ribadisce che la convenzione è stata accolta con grande favore dalle farmacie, che da sempre si impegnano per il benessere della collettività.
Ringraziamenti al governo
Infine, Federfarma esprime ringraziamenti al Governo, in particolare al ministro della Salute Orazio Schillaci e al Sottosegretario Marcello Gemmato, per il loro impegno a favore delle farmacie come presidi sanitari di prossimità, parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale. Il sostegno delle autorità è fondamentale per il ruolo che le farmacie svolgono ogni giorno nella cura e nell'assistenza della popolazione, con un impegno che va oltre la semplice dispensazione di farmaci.
REDAZIONE AISI