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Esteri, Gaza. Aodi (Umem–CO-mai–Uniti per Unire): “Ora serve un impegno concreto: la soluzione resta ‘Due Popoli e Due Stati’. La salute universale è il fondamento della pace”

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

“Oggi, con la tregua, rinnoviamo l’appello alla comunità internazionale: inviare subito aiuti, cure e solidarietà. Non bastano 400 camion di aiuti al giorno, occorre arrivare almeno a 1000. Gaza non ha bisogno di nuove armi, ma di cure, pane, scuole e dignità”.


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ROMA, 15 OTTOBRE 2025 – «Il successo dell’iniziativa di pace avviata dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potrebbe davvero costituire una svolta storica che cambierà il volto del Medio Oriente e quindi del Mediterraneo». Così si è espresso il Ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’informativa di quest’oggi alla Camera sugli accordi di pace in Medio Oriente, aggiungendo che «quel filo di speranza si sta rivelando solido perché interpreta la volontà di pace di popolazioni che hanno sofferto moltissimo da una parte e dall'altra».

Tajani ha sottolineato anche la necessità di garantire cibo, cure mediche e sicurezza: «Oggi questa è la grande speranza che si affaccia. Quel futuro potrebbe finalmente essere a portata di mano». Applausi bipartisan sono arrivati quando ha parlato di lotta all’antisemitismo.


Nelle stesse ore, Papa Leone XIV ha incontrato al Quirinale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Entrambi hanno rilanciato con forza la soluzione dei “Due Popoli e Due Stati”. Mattarella ha ammonito: «Viviamo tempi difficili. La logica del più forte e delle armi sembra prevalere, i diritti dei popoli vengono calpestati. Ma l’unica via è il dialogo». Il Pontefice ha parlato di «un legame imprescindibile tra Italia e Santa Sede nella difesa dei valori della dignità umana».


In questo scenario continua ad intervenire, non solo da oggi, ma ufficialmente dal 2000, su tv e giornali internazionali ed in Italia, il Prof. Foad Aodi – medico fisiatra, giornalista internazionale ed esperto di salute globale, Direttore AISC News, membro del Registro Esperti FNOMCeO, docente a Tor Vergata, 4 volte consigliere OMCeO Roma, membro FNSI e Stampa Romana – Presidente dell’AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), Presidente dell’UMEM (Unione Medica Euromediterranea), Presidente del Movimento Internazionale Uniti per Unire, Presidente Onorario e Fondatore della Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia). 


«Dal primo giorno di questo conflitto abbiamo chiesto cessate il fuoco, corridoi sanitari e ospedali mobili. Oggi rinnoviamo l’appello a tutti i Paesi: serve solidarietà, non calcoli politici ed elettorali. Il 95% degli ospedali a Gaza è distrutto o fuori uso. Servono almeno 1000 camion di aiuti al giorno, non 400. I nostri colleghi operano senza elettricità né farmaci, mentre interi reparti pediatrici vengono cancellati dalle bombe. La pace non può prescindere dal diritto universale alla salute».


Gaza tra macerie, ospedali distrutti ed epidemie

Le indagini di UMEM, Uniti per Unire e AISC News fotografano una catastrofe umanitaria senza precedenti:

• Ospedali e sanità al collasso: mancano medicinali, sale operatorie, unità di terapia intensiva. Migliaia di feriti restano senza cure. Le donne incinte affrontano parti senza assistenza, con gravi rischi per madri e neonati.

• Epidemie in aumento: acqua potabile contaminata e fognature distrutte alimentano colera, diarrea acuta, infezioni respiratorie e cutanee.

• Infanzia e orfani: oltre 40.000 bambini hanno perso almeno un genitore. Crescono senza scuola e senza sostegno psicologico ormai da più di 2 anni.

• Scuole e università distrutte: più del 70% degli edifici scolastici e accademici è inutilizzabile, centinaia di migliaia di studenti senza istruzione.

• Fame e sfollati: 1,5 milioni di persone senza casa, servono 300.000 tende. 310 morti per denutrizione. I forni per il pane funzionanti non bastano: ne servono almeno 30.000 per produrre pane quotidiano.


Professionisti sanitari e giornalisti tra le vittime

In due anni di conflitto hanno perso la vita 1.670 professionisti sanitari – medici, infermieri, operatori – che hanno continuato a curare sotto le bombe. Sono morti anche 268 giornalisti, caduti documentando la tragedia. Una doppia ferita che colpisce la salute e la libertà di informazione.


Le proposte delle associazioni e dei movimenti

• Delegazioni di specialisti e ospedali mobili: inviare medici specialisti, infermieri, fisioterapisti, psicologi con forniture di protesi, farmaci e apparecchiature salvavita.

• Riprendere l’istruzione: ricostruire scuole e università per ridare futuro a un’intera generazione.

• Supporto telematico: attivare telemedicina e sostegno psicologico a distanza.

Appello internazionale: la salute come fondamento della pace

«Oggi, con la tregua, rinnoviamo l’appello alla comunità internazionale: inviare subito aiuti, cure e solidarietà. Gaza non ha bisogno di nuove armi, ma di cure, pane, scuole e dignità».

Italia e ruolo internazionale per la pace«Apprezziamo lo sforzo dell’Italia negli aiuti sanitari già avviati – dichiara Aodi – ma chiediamo ufficialmente che il nostro Paese assuma una posizione più incisiva e determinante, facendosi promotore di una conferenza di pace a Roma, con il coinvolgimento del Vaticano, dell’ONU, dei Paesi arabi e di tutti gli attori internazionali capaci di testimoniare e sostenere un vero processo di riconciliazione tra palestinesi e israeliani. Il popolo palestinese deve essere il protagonista e il legittimo proprietario del proprio futuro: per questo chiediamo nuove elezioni libere e democratiche, in grado di dare voce a tutte le componenti della società palestinese».

«Chiediamo, inoltre, al Ministro degli Esteri di modificare la normativa che impedisce agli studenti palestinesi con borse di studio di portare con sé i figli. È un gesto di umanità che rafforzerebbe il ruolo dell’Italia nella costruzione di una pace giusta e duratura», conclude Aodi.


REDAZIONE AISI

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