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Ecco il Decreto che aggiorna la raccolta dati pma arriva alla conferenza stato-regioni

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 9 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

È arrivato all’esame della Conferenza Stato-Regioni il nuovo schema di decreto ministeriale che aggiorna le modalità di raccolta e gestione dei dati relativi alla procreazione medicalmente assistita (PMA). Il provvedimento modifica il decreto del Ministero della Salute del 7 ottobre 2005, che aveva istituito il registro nazionale delle strutture autorizzate a praticare tecniche di PMA, insieme alla raccolta dati sugli embrioni formati e sui nati a seguito dei trattamenti.

L’aggiornamento si inserisce nel quadro normativo stabilito dalla legge 40/2004 e punta a migliorare significativamente la qualità e la quantità delle informazioni raccolte, con l’obiettivo di garantire una valutazione epidemiologica più precisa e una maggiore trasparenza verso istituzioni e cittadini.


Obiettivi del nuovo decreto e miglioramento della raccolta dati

Il decreto intende potenziare la capacità del Registro Nazionale PMA, istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità, di raccogliere dati più dettagliati e completi su ogni singolo ciclo di trattamento effettuato nei centri autorizzati su tutto il territorio nazionale. Questo aggiornamento prevede una revisione delle regole di compilazione e codifica, per consentire un monitoraggio più accurato di tutti gli aspetti clinici e organizzativi connessi ai protocolli utilizzati. Si tratta di un passaggio fondamentale per valutare con maggior rigore l’appropriatezza delle tecniche adottate, favorire la ricerca scientifica e offrire un’informazione chiara e affidabile ai cittadini che ricorrono a queste procedure.


Il ruolo dell’istituto superiore di sanità e il parere del garante privacy

Il Registro Nazionale PMA, che opera sotto l’egida dell’Istituto Superiore di Sanità, è uno strumento cruciale per la raccolta sistematica dei dati. Il provvedimento ha già ricevuto parere favorevole dal Garante della Privacy, un passaggio indispensabile vista la natura sensibile delle informazioni trattate. Attualmente, il decreto è sottoposto all’analisi e all’intesa finale da parte delle Regioni, chiamate a pronunciarsi per l’approvazione definitiva e l’implementazione operativa del nuovo sistema di raccolta dati.


Dati raccolti e nuove categorie inserite nel registro

Nel testo si specifica che la raccolta dati riguarderà non solo i cicli singoli di PMA, ma anche informazioni sugli embrioni formati e i bambini nati grazie a queste tecniche. Una novità importante è l’inclusione dei dati relativi ai cicli di crioconservazione degli ovociti, un tema di crescente rilievo per la preservazione della fertilità. Questa estensione risponde alla necessità di monitorare non solo i trattamenti finalizzati alla gravidanza immediata, ma anche quei percorsi più lunghi e complessi, dove le pazienti possono decidere di conservare materiale genetico per utilizzi futuri.


La conservazione dei dati per 30 anni e le motivazioni

Una delle parti più delicate e innovative del decreto riguarda la durata della conservazione dei dati raccolti, che dovrà estendersi fino a 30 anni dalla data di inserimento. Questa misura è motivata dalla particolare natura della fecondazione assistita, dove il successo non si misura esclusivamente sul singolo ciclo, ma sull’intero percorso riproduttivo di una paziente, che spesso comprende più tentativi e l’accumulo di materiale geneticamente crioconservato. Il lungo arco temporale permette di valutare con maggiore completezza l’efficacia dei protocolli adottati e di seguire nel tempo eventuali utilizzi successivi di gameti ed embrioni.


L’importanza di un approccio integrato e la prospettiva del paziente

Le moderne tecniche di PMA sono sempre più orientate verso un modello di medicina personalizzata e integrata, che riconosce la complessità del percorso riproduttivo e l’importanza della continuità assistenziale. Il decreto riflette questa evoluzione, estendendo il monitoraggio e la raccolta dati a tutte le fasi, inclusa la crioconservazione per preservazione della fertilità, che interessa spesso donne giovani con esigenze specifiche. La conservazione a lungo termine dei dati è dunque fondamentale per supportare un’assistenza efficace e per garantire ai pazienti trasparenza e sicurezza.


Impatto sul sistema sanitario e trasparenza verso i cittadini

Il miglioramento nella qualità dei dati raccolti contribuirà a rafforzare il sistema di controllo e valutazione dei trattamenti PMA, favorendo la diffusione di pratiche più sicure e appropriate. L’accesso a informazioni accurate è inoltre un diritto per i cittadini, che possono così essere meglio informati sulle possibilità e sulle implicazioni delle tecniche di fecondazione assistita. La trasparenza costituisce uno strumento di responsabilizzazione per i centri autorizzati e per le istituzioni coinvolte nella regolamentazione e nel controllo del settore.


Prossimi passi e attesa per l’intesa definitiva

Ora che il decreto è all’esame della Conferenza Stato-Regioni, si attende l’intesa finale che consentirà di dare avvio alle nuove procedure di raccolta dati aggiornate. L’adozione del provvedimento rappresenta un passo avanti importante per la governance della procreazione medicalmente assistita, in linea con le esigenze di innovazione e tutela dei diritti dei pazienti.


REDAZIONE AISI

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