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Dalla Cattolica di Cremona una nuova alleanza accademica contro la malnutrizione globale

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 3 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Ripartire dalla formazione per contribuire alla lotta contro fame e malnutrizione è l’impegno lanciato dal Campus dell’Università Cattolica di Cremona, che il 5 e 6 maggio ha ospitato il colloquio internazionale La speranza per un pianeta nutrito: quale agenda per le università cattoliche?. L’iniziativa, inserita nel cammino giubilare promosso dall’ateneo, ha coinvolto tutte le 12 Facoltà della Cattolica in un confronto multidisciplinare aperto alle comunità universitarie di Europa e Africa.

L’università come laboratorio di speranza

A dare il via ai lavori è stata la rettrice Elena Beccalli, che ha richiamato le parole di Papa Francesco nel 2021 quando definì l’università “una comunità aperta al mondo senza paura”. Questo approccio, ha spiegato, deve tradursi in un impegno concreto degli atenei per diventare “generatori di speranza” attraverso la costruzione di nuovi modelli centrati sulla dignità umana e sulla sostenibilità. Serve, ha aggiunto, una rigenerazione intellettuale capace di cambiare il paradigma dello sviluppo, con una visione inclusiva ed equa.


Un’agenda comune per le università cattoliche

Il colloquio scientifico è nato dalla collaborazione con la Fuce (Federazione delle università cattoliche europee) e con la Fondazione Gravissimum Educationis, espressione del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione. Obiettivo: rafforzare la cooperazione accademica per affrontare con responsabilità una delle emergenze più drammatiche del nostro tempo. Lo ha ribadito Pier Sandro Cocconcelli, preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, spiegando che solo unendo conoscenze scientifiche e visione etica si potranno formare le nuove generazioni a fronteggiare la sfida della malnutrizione.


Il nesso tra degrado ambientale e insicurezza alimentare

Durante la sessione plenaria, Beccalli ha sottolineato come i problemi alimentari siano indissolubilmente legati al deterioramento ambientale. Ha citato i dati del rapporto The State of Food Security and Nutrition in the World redatto da cinque agenzie dell’Onu, secondo cui nel 2023 circa 733 milioni di persone nel mondo hanno sofferto la fame. Oltre 2,3 miliardi si trovano in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave. Una situazione che descrive un mondo in cui 1 persona su 11 non ha accesso sufficiente al cibo.


Focus sull’Africa e cooperazione internazionale

La situazione più grave si registra in Africa, dove una persona su cinque vive in condizioni di insicurezza alimentare. Di fronte a questo scenario, l’Università Cattolica rilancia il proprio impegno attraverso il Piano Africa, che conta su una rete attiva di 125 progetti in 40 paesi del continente. Dieci di questi sono già attivi presso i Campus Cattolica di Cremona e Piacenza. L’obiettivo è rafforzare la collaborazione tra università, imprese, istituzioni e comunità locali per creare modelli educativi e produttivi sostenibili e inclusivi.


Competenze scientifiche e responsabilità etica

“La speranza non delude”, ha affermato Cocconcelli, sottolineando che i giovani devono essere dotati non solo di capacità tecniche avanzate, ma anche di consapevolezza etica. Solo così potranno contribuire a trasformare sistemi agricoli e alimentari nel rispetto dell’ambiente e dei diritti umani. In questa prospettiva, il ruolo delle università è strategico: non solo centri di trasmissione del sapere, ma luoghi di elaborazione di un futuro più giusto.


Un'economia da ripensare

Secondo Beccalli, fame e malnutrizione non possono essere viste come effetti collaterali di un’economia che funziona. Sono piuttosto la manifestazione più evidente di un sistema che produce disuguaglianze e polarizzazioni. Serve un’azione educativa e politica che trasformi i modelli di produzione e consumo, e che rimetta al centro la dignità umana e la solidarietà globale. Il messaggio è chiaro: le università cattoliche hanno la responsabilità di agire come soggetti attivi del cambiamento.


Una rete globale per un futuro sostenibile

Il colloquio di Cremona ha visto anche la partecipazione di Isabel Maria de Oliveira Capeloa Gil, rettore della Universidade Católica Portuguesa e presidente della Federazione internazionale delle università cattoliche. Il suo intervento ha rafforzato la visione di una rete globale di atenei cattolici impegnata nella lotta contro le ingiustizie alimentari. L’iniziativa si inserisce pienamente nel tema del Giubileo 2025, Spes non confundit, promuovendo una cultura dell’impegno concreto.


Un orizzonte educativo in espansione

L’intera comunità universitaria è chiamata a promuovere un'educazione che non si limiti alla trasmissione delle conoscenze, ma che formi coscienze capaci di affrontare le grandi crisi contemporanee. La sfida contro la malnutrizione si gioca anche nelle aule, nei laboratori, nei progetti di ricerca, nei partenariati tra continenti. L’iniziativa lanciata a Cremona non è solo un evento, ma l’inizio di un processo che chiama alla responsabilità ogni istituzione accademica, ogni docente e ogni studente.


Conclusione: dalla speranza all’azione

Un impegno concreto per costruire un pianeta nutrito e più giusto è possibile solo attraverso il dialogo tra saperi, culture e generazioni. Il messaggio che arriva dal Campus Cattolica è forte: l’università ha un compito chiaro, formare cittadini globali capaci di visione e responsabilità. La speranza, se sostenuta da scienza e coscienza, può davvero diventare trasformazione.


REDAZIONE AISI

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