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Crisi infermieristica in Italia, stipendi insufficienti e stress spingono i giovani a cercare altrove

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 8 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

In Italia, l'interesse per le professioni sanitarie è in netta discesa, specialmente per il settore infermieristico. Le nuove generazioni, pur riconoscendo l'importanza di questa professione, sono sempre più dissuase dal persistere in un contesto che sembra non offrire opportunità reali. I motivi?

Stipendi bassi, turni massacranti e un assente riconoscimento sociale. Questi fattori, in combinazione con un sistema sanitario che fatica a mantenere il personale, stanno creando una crisi irreversibile.


Un declino che colpisce trasversalmente tutto il settore, ma che trova la sua espressione più acuta proprio nella professione infermieristica. Secondo uno studio che ha analizzato i dati tra il 2018 e il 2022, il personale sanitario è in continua fuga. Le statistiche rivelano una crescente difficoltà nel trattenere i giovani, spesso disillusi dalle difficili condizioni lavorative.


Declino preoccupante dei numeri negli infermieri

L'Italia sta assistendo a una drastica riduzione delle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica. Tra il 2019 e il 2022, il numero delle domande è sceso del 20%, passando da circa 30.000 a 24.000 iscritti. Questo avviene nonostante l’incremento del 15% dei posti disponibili, pensato per rispondere alla crescente necessità di professionisti nel settore sanitario. Tuttavia, la domanda non si traduce in una formazione adeguata, con le nuove leve che faticano a vedere un futuro stabile e soddisfacente nel settore.


Stipendi inadeguati e un lavoro che consuma

La crisi del settore sanitario è aggravata dal costante aumento del carico di lavoro e dalla scarsa considerazione professionale. In particolare, la pandemia ha messo in evidenza le disuguaglianze tra le parole e i fatti, dove il personale sanitario è stato celebrato ma, nel concreto, lasciato da solo. Con turni interminabili e una remunerazione che non copre nemmeno i costi minimi di vita, molti giovani scelgono di abbandonare l'ospedale per cercare altre soluzioni professionali.


Nel 2024, il numero di infermieri che hanno deciso di dimettersi è aumentato vertiginosamente. Nei primi nove mesi, oltre 20.000 infermieri hanno lasciato il servizio pubblico, con un incremento del 170% rispetto all'anno precedente. A questi si aggiungono anche 7.000 medici che hanno scelto di non proseguire nel sistema sanitario nazionale. Una situazione che rischia di far collassare l'intero sistema, con una fuga di professionisti che potrebbe raggiungere quota 30.000 entro la fine dell'anno.


Motivazioni dietro l'abbandono: la situazione insostenibile

Le motivazioni che spingono gli infermieri a lasciare sono chiare: carichi di lavoro eccessivi, stipendi insufficienti e una totale mancanza di supporto professionale. Secondo un recente sondaggio, ben il 98% degli infermieri si sente ignorato dalle istituzioni e il 75% non consiglierebbe questa carriera nemmeno al peggiore dei nemici.


Molti di coloro che abbandonano la professione non si limitano a cercare opportunità nel settore privato o all'estero, ma scelgono di cambiare completamente carriera, incapaci di sostenere un lavoro che continua a distruggere senza restituire adeguati compensi o gratificazioni. Inoltre, il 71% degli infermieri si trova a dover fare i conti con debiti crescenti per arrivare a fine mese, mentre il 75% ha dichiarato di aver perso ogni fiducia nella professione.


Una situazione insostenibile in una delle economie più ricche del mondo

Il dato che più di ogni altro colpisce è quello di un settore in crisi, dove i lavoratori non arrivano nemmeno a fine mese pur impegnandosi in un'attività cruciale per il sistema sociale. In un paese che è ancora l'ottava economia mondiale, è difficile spiegare come le retribuzioni rimangano ferme agli standard degli anni '90. La realtà è che non si tratta più solo di un problema economico, ma di una questione di dignità. E la grande domanda rimane: come evolverà la situazione nei prossimi dieci anni, quando la domanda di personale sanitario sarà ancora più alta?


Proposte per invertire la rotta

Per cercare di risolvere questa emergenza, l'OCSE ha avanzato alcune proposte mirate:

  • Rivedere le retribuzioni e le condizioni di lavoro, allineandole agli standard europei, per restituire dignità alla professione.

  • Avviare campagne di sensibilizzazione nelle scuole superiori, per educare i giovani a considerare il settore sanitario come una carriera valida.

  • Offrire incentivi economici e borse di studio per attrarre i giovani a intraprendere questi percorsi professionali.

  • Promuovere programmi che incentivino la presenza maschile nel settore infermieristico, in un tentativo di bilanciare le disparità di genere.


REDAZIONE AISI

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