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Contratto medici, sindacati insorgono: “Nessuna firma su un accordo al ribasso”

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 24 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

I sindacati dei medici alzano la voce contro l’ipotesi di rinnovo del contratto dell’Area Sanità 2022-2024, ritenuta largamente inadeguata sia sul piano economico che normativo. Non c’è fretta, denunciano, di sottoscrivere un contratto “definanziato”, considerato umiliante per i professionisti del settore.

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Secondo le stime, l’aumento tabellare effettivo, tolta l’anticipazione già riconosciuta in busta paga, si ridurrebbe a poco più di 100 euro lordi.


Rischio concreto: aumenti inferiori a 250 euro lordi

Una parte dell’incremento retributivo previsto è già presente nei cedolini grazie agli anticipi inseriti nella legge di bilancio 2024. Il totale dell’aumento lordo sarebbe inferiore a 250 euro, ma 121 euro sono già erogati, rendendo la differenza reale irrisoria. Gli arretrati maturati fino a oggi, anch’essi definiti “minimi”, non giustificano alcuna accelerazione nella chiusura del contratto.


Professionisti penalizzati e sistema in affanno

I sindacati medici puntano il dito contro una contrattazione basata su risorse inferiori di 11 punti rispetto all’inflazione del triennio, che penalizzerebbe una categoria già in difficoltà. Denunciano inoltre sperequazioni nelle retribuzioni, in particolare tra i dirigenti medici, veterinari, sanitari e delle professioni sanitarie. Manca il finanziamento per le indennità di specificità per i dirigenti sanitari e di esclusività per le professioni sanitarie, mentre solo per medici e veterinari è stato previsto un incremento da 327 milioni di euro a partire dal 2026.


Indennità mancanti e trattativa ancora bloccata

Secondo i rappresentanti della categoria, non c’è alcun motivo per firmare in fretta un contratto che non garantisce né equità retributiva né un reale miglioramento delle condizioni lavorative. L’atto di indirizzo per il nuovo contratto non è ancora stato pubblicato e la trattativa per l’Area non è nemmeno partita. Servono risorse adeguate, lo sblocco del salario accessorio e la valorizzazione delle ore eccedenti ancora gestite in modo arbitrario dalle Aziende.


Il messaggio al Governo: servono soluzioni concrete

I professionisti chiedono un confronto vero, che tenga conto delle difficoltà strutturali del settore e delle istanze della categoria. L’appello finale è chiaro: non si può continuare ad accettare condizioni contrattuali al ribasso, mentre il sistema sanitario pubblico perde attrattività e forza lavoro.


REDAZIONE AISI

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