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Cellule CARCIK: una nuova speranza contro la leucemia linfoblastica acuta di tipo B

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 5 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Un importante studio italiano ha messo in evidenza i benefici delle cellule CARCIK nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta di tipo B, una forma di leucemia particolarmente aggressiva. La ricerca, condotta dalla Fondazione Tettamanti e dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha dimostrato una elevata tollerabilità e buoni risultati in termini di remissione e sopravvivenza per i pazienti trattati con queste cellule modificate geneticamente.

Il trattamento con le CARCIK

Le CARCIK (Chimeric Antigen Receptor Cytokine Induced Killer) sono linfociti T modificati in laboratorio per riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Questo trattamento è stato applicato a 36 pazienti, 32 adulti e 4 bambini, affetti da leucemia linfoblastica acuta di tipo B, che avevano avuto una ricaduta di malattia dopo un trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

I risultati sono positivi: l'83% dei pazienti ha raggiunto la remissione, con una sopravvivenza globale del 57% a un anno dal trattamento, di cui il 32% senza malattia. Inoltre, le cellule CARCIK sono rimaste rintracciabili nel corpo per oltre due anni.


Un'innovazione terapeutica

Il trattamento con CARCIK si distingue dalle CAR-T commerciali: mentre le CAR-T sono ricavate direttamente dal paziente, le CARCIK vengono prodotte utilizzando linfociti T provenienti da donatori sani. Questo approccio è più economico, meno invasivo e non richiede l'uso di vettori virali, rendendolo più accessibile e sicuro.

Le CARCIK sono geneticamente modificate per esprimere recettori chimerici, che le rendono capaci di riconoscere e attaccare le cellule tumorali. In questo studio, non è stata osservata la malattia del trapianto contro l'ospite (GvHD), una complicanza comune nei trapianti di cellule staminali ematopoietiche.


Dettagli dello studio

Lo studio è stato condotto tra febbraio 2019 e dicembre 2023, con 36 pazienti trattati in tre diversi protocolli scientifici approvati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). I pazienti erano tutti ricaduti dopo uno o due trapianti di cellule staminali ematopoietiche e hanno mostrato risultati incoraggianti con il trattamento con CARCIK.

I ricercatori, tra cui Andrea Biondi della Fondazione Tettamanti, hanno sottolineato che questa ricerca segna un progresso importante per i pazienti che non rispondono alle terapie esistenti.


Il futuro della terapia con CARCIK

Questa innovativa tecnologia è già stata autorizzata per altri tipi di leucemia, tra cui i linfomi non Hodgkin di tipo B, non trattabili con le attuali CAR-T. Alessandro Rambaldi, direttore del Dipartimento di Oncologia e Ematologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII, ha evidenziato i progressi fatti nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta, specialmente in pazienti adulti e nei casi che richiedono trapianti di cellule staminali.


Leucemia linfoblastica acuta: il contesto

La leucemia linfoblastica acuta è il tumore più comune in età pediatrica, con oltre 400 nuove diagnosi all’anno. La forma di tipo B rappresenta circa l'80% dei casi, ed è la protagonista dello studio. Nonostante i progressi terapeutici, una significativa percentuale di pazienti continua a sperimentare ricadute dopo i trapianti.


REDAZIONE AISI

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