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Anziani e farmaci: il 30% degli over 65 assume più di 10 medicinali al giorno. A Verona sperimentazione sulla riduzione

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 21 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 1 lug

Quasi un terzo degli italiani sopra i 65 anni prende quotidianamente oltre dieci farmaci diversi. È il dato preoccupante emerso durante il convegno della Società Italiana di Farmacologia (SIF) tenutosi al Policlinico di Borgo Roma, Verona, che ha fatto il punto sull’urgenza di una nuova gestione della politerapia negli anziani.

Da questa esigenza nasce una sperimentazione avviata presso l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, che punta a ridurre i farmaci inappropriati attraverso un processo di medication review e deprescribing.


Verona sperimenta: eliminati oltre 270 farmaci e meno ricoveri

Il progetto ha coinvolto 70 pazienti ultraottantenni ricoverati nei reparti di Geriatria e Medicina Interna. Ogni paziente assumeva in media 10 farmaci al giorno. Grazie a un’analisi approfondita condotta da un’équipe multidisciplinare, sono stati valutati 836 farmaci e 273 eliminati perché ritenuti inutili o potenzialmente dannosi. Ogni paziente ha potuto sospendere in media 4 farmaci e ottenerne il ricalcolo del dosaggio per altri.


A tre mesi dalla dimissione, si è registrata una riduzione del 20% nei ricoveri e un risparmio stimato di 56.000 euro all’anno sulla spesa farmaceutica per il solo gruppo coinvolto. Il progetto è stato esteso ad altri tre reparti con il supporto della Farmacia ospedaliera e della Scuola di Specializzazione in Farmacologia e Tossicologia Clinica.


Prescrizioni mai riviste: un problema sistemico

Secondo Gianluca Trifirò, farmacologo e coordinatore del gruppo SIF su farmacovigilanza e farmacoepidemiologia, molte terapie vengono mantenute nel tempo senza revisione, anche quando non sono più indicate. “Meno farmaci non vuol dire meno cura”, sottolinea Trifirò. “Significa una medicina più attenta, mirata e sicura”.


Un modello replicabile per l’intero sistema sanitario

Non solo geriatria: il bisogno di rivedere le terapie riguarda anche altri ambiti come le RSA, la medicina generale e i reparti di emergenza. Una revisione completa delle cure richiede in media 4 ore per paziente, ma i benefici sono evidenti: maggiore appropriatezza, minori effetti avversi e qualità della vita più alta. Il modello veronese dimostra che un approccio integrato tra farmacologi, internisti e farmacisti può generare un impatto clinico ed economico significativo.


Formazione e futuro: investire sui giovani professionisti

Durante il convegno, che ha visto la partecipazione di oltre 40 esperti da tutta Italia, si è anche concluso il primo Corso di Perfezionamento in Medication Review e Deprescribing promosso dall’Università di Verona. Due borse di studio da 500 euro sono state assegnate ai migliori contributi scientifici presentati. Il premio per la migliore comunicazione orale è andato a Gianluca Gazzaniga (Sapienza Università di Roma), mentre Massimo Carollo (Università di Verona) ha ricevuto il riconoscimento per il miglior poster.


La revisione delle prescrizioni dovrebbe diventare una regola clinica”, ha dichiarato Armando Genazzani, presidente SIF, sottolineando l’importanza delle squadre multidisciplinari nella buona pratica terapeutica.


REDAZIONE AISI

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