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Abolire l'intramoenia dei medici è un errore imperdonabile: aumenterebbe caos e disuguaglianze _19 Nov

  • Immagine del redattore: AISI
    AISI
  • 2 giorni fa
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medici che camminano


AISI interviene con fermezza sul dibattito relativo all’ipotesi di sospensione dell’attività intramoenia dei medici, definendola una misura miope e potenzialmente devastante per un sistema sanitario già in sofferenza per carenza di personale, liste d’attesa crescenti e squilibri territoriali.


«Eliminare l’intramoenia non è una riforma, è un arretramento: toglierla significa ridurre l’accesso alle prestazioni specialistiche e aumentare le disuguaglianze», afferma la presidente AISI Karin Saccomanno, che avverte anche del rischio di una fuga dei medici all’estero in assenza di spazi di autonomia professionale.


Il direttore generale Giovanni Onesti definisce l’intramoenia «un pilastro invisibile del sistema», capace di distribuire volumi, alleggerire i reparti e prevenire la saturazione dei percorsi assistenziali.


«Abolirla – sostiene – non porterebbe equità ma l’opposto, spingendo molte famiglie verso un mercato privato puro e spesso non sostenibile».


Per il segretario generale Fabio Vivaldi, la crisi delle liste d’attesa «non dipende dall’intramoenia ma dalla carenza strutturale di specialisti, da una programmazione insufficiente e da infrastrutture obsolete».


AISI invita infine Governo e istituzioni a intervenire sulle cause reali della crisi: personale, investimenti, innovazione e governance, evitando «soluzioni che genererebbero nuovo caos e comprometterebbero l’accesso alle cure proprio per i cittadini più fragili»


RASSEGNA STAMPA DEL GIRONO 19 NOVEMBRE 2025









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