Nel mondo della sanità italiana, le donne sono ormai il 69% della forza lavoro del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). A fine 2022, infatti, sono state 458.685 le donne impiegate con contratto a tempo indeterminato, pari a circa il 69,3% del personale totale. Questo dato ha registrato un continuo aumento negli ultimi anni: dal 64% del 2010, al più che positivo 69% attuale.

La presenza femminile nelle strutture sanitarie italiane è sempre più significativa, con un impatto positivo sulla qualità dell'assistenza, sulla sicurezza e sul miglioramento dei servizi. Il Ministero della Salute ha sottolineato il valore di questo apporto, evidenziando come le donne contribuiscano in modo fondamentale all'evoluzione delle cure sanitarie e al miglioramento del gradimento da parte dei pazienti. Tuttavia, nonostante la crescita delle donne in sanità, l’accesso ai ruoli dirigenziali continua ad essere una sfida.
Una forza lavoro in crescita, ma con disparità ai vertici
Il quadro cambia radicalmente quando si osservano le posizioni di vertice. Mentre le donne rappresentano oltre il 69% del personale, nei ruoli apicali la situazione si ribalta. Le statistiche dell'Annuario del SSN mostrano una forte disparità tra la presenza femminile nel personale di base e nelle posizioni di comando.
Ad esempio, tra i medici, solo il 21,1% delle donne dirige una struttura complessa, mentre il 38,2% gestisce una struttura semplice. Queste percentuali sono ancora più basse nel caso di veterinari e odontoiatri, dove rispettivamente solo il 7,7% e il 33,3% delle donne ricopre ruoli dirigenziali di rilievo.
Nel ruolo di professionisti sanitari, la percentuale di donne ai vertici di strutture complesse è solo il 21,5%, ma qui le donne sembrano primeggiare tra i dirigenti sanitari non medici, con una percentuale pari al 60,1%. Questo dato evidenzia il forte impegno delle donne in ruoli non medici, ma anche la persistente carenza di pari opportunità nelle posizioni più alte.
Le donne nelle Asl e negli ospedali
Per quanto riguarda la dirigenza delle Asl e degli ospedali, le donne ricoprono solo circa un terzo degli incarichi di vertice. Nonostante il dato abbia visto una crescita fino al 34,3% nel 2024, la percentuale è scesa al 33%, segnando una inversione di tendenza rispetto al trend positivo degli ultimi anni. Questo rappresenta una piccola battuta d’arresto nella progressiva ascesa delle donne nel governo sanitario, che richiede un impegno costante per superare le disuguaglianze ancora presenti.
Un lungo cammino verso la parità
In sintesi, se il Servizio Sanitario Nazionale è sempre più “rosa” in termini di numeri, le disparità di genere nei ruoli di vertice sono ancora evidenti. Le donne, pur rappresentando una parte preponderante della forza lavoro, faticano a conquistare posizioni di leadership, con un gap che necessita di politiche concrete per favorire la parità di opportunità. La lotta per la parità di genere nel mondo del lavoro sanitario è ancora lunga, ma i progressi sono chiari e incoraggianti.
REDAZIONE AISI